Compendium Auctorum Latinorum Medii Aevi (C.A.L.M.A.) - Norme redazionali


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1. LEMMA DELL'AUTORE
2. CAMPI
3. BIBLIOGRAFIA GENERALE (BIBL. GEN.)
4. TITOLO DELL’OPERA
6. REPERTORI DI RIFERIMENTO (REF.)
7. EDIZIONI (ED.)
8. STUDI (STU.)
9. INDICAZIONI POSTE TRA PARENTESI QUADRE

 

1. LEMMA DELL'AUTORE

CALMA si attiene, per la scelta dei lemmi, a BISLAM. La redazione centrale fornirà a ciascun collaboratore la forma latina normalizzata da impiegare nella compilazione della scheda bibliografica.

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2. CAMPI

L'indicazione dei vari campi va in maiuscolo e termina con due punti:

BIBL. GEN:

REF:

MSS:

ED:

STU:

Al termine dei dati inseriti in ciascun campo non ricorre punto

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3. BIBLIOGRAFIA GENERALE (BIBL. GEN.)

In questo campo vengono segnalati i repertori, i manuali di riferimento, le storie letterarie (o filosofiche, scientifiche, etc.), i dizionari enciclopedici , nei quali si dà notizia dell’autore. Si segnalano inoltre gli studi generali sulla personalità dell'autore. Il numero massimo di studi citabili in questo campo è 10, tranne in casi eccezionali, come per il cosiddetti «lemmi speciali», che verranno concordati di volta in volta con la redazione.

Molti repertori, dizionari o manuali, data l'alta frequenza di citazione, corrispondono a una sigla, reperibile nell'elenco apposito [Siglario]. Per queste voci si segue un ordinamento basato sulla completezza dell'informazione. Invece per gli altri item bibliografici vale il criterio di ordinamento cronologico, a seconda della data di pubblicazione.

Le informazioni bibliografiche dovranno essere citate esaustivamente, come negli esempi che seguono:

ARTICOLO IN RIVISTA: Réginald Grégoire Le commentaire du Psautier du moine Odon Benedictina 14 (1967) 203-24

SAGGIO IN MISCELLANEA: Benoît Chauvin La note «ex archivio Balernensi» des papiers de P. F. Chifflet (B.N., Baluze, ms. 142) in Mélanges à la memoire du pére Anselme Dimier, voll. 6, Pupillin 1984, IV.505-19

STUDIO: Jean Leclercq Cultura umanistica e desiderio di Dio: studio sulla letteratura monastica del Medioevo Firenze 1983, p. 182

Si richiede di specificare sempre, ove possibile, le pagine di riferimento all’interno dello studio citato

Quando si indicano le pagine di uno studio, sia esso un articolo, un saggio in miscellanea o un libro, è da evitare assolutamente l’uso del ss. o sqq. Es.:

Domenico Maffei Di un inedito «De modo in iure studendi» in Maffei Studi di storia Goldbach 1995, pp. 299*-321* [540-1] FORMA CORRETTA
Domenico Maffei Di un inedito «De modo in iure studendi» [...], pp. 299*sqq. FORMA ERRATA

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4. TITOLO DELL’OPERA

Il titolo dell'opera viene dato in corsivo e nella forma attestata dai repertori più autorevoli. Se ricorre un altro titolo si indicherà tra parentesi tonde l'altra forma preceduta da seu. Tutto, comprese le parentesi, verrà scritto in corsivo.

L'inserimento degli incipit è consentito, tra parentesi quadre, solo in caso di opere inedite.

Se l'opera è di attribuzione incerta, è seguita da punto interrogativo posto tra parentesi tonde. Il punto interrogativo va in tondo.

Quando non risulti la presenza di alcun manoscritto o edizione a stampa per una determinata opera, quest'ultima deve essere considerata perduta e, come tale, segnalata con la nota, tra parentesi quadre, opus deperditum.

Il titolo può essere accompagnato da eventuali annotazioni scientifiche, scritte in corsivo e poste fra parentesi quadre. Nel caso che sotto il titolo siano comprese più lettere o una raccolta di carmi (o inni) se ne può specificare a fianco il numero (Carmina in Psalmis [3]; Epistulae ad compotum spectantes [3])

Se nei repertori non viene mai indicato il titolo latino di un'opera, il collaboratore dovrà riportare l'intitolazione corrente, per consentire alla redazione di stabilirne l'esatta versione latina. Nel caso di commenti alla Sacra Scrittura, il compilatore della scheda dovrà seguire la successione canonica dei libri biblici (a questo proposito cfr. allegato [Biblia sacra])

Le traduzioni vanno segnalate dopo l'elenco delle opere specificando, tra parentesi quadre, l'autore dell'opera tradotta e la lingua originale in cui questa è stata redatta 

Esempio:

Scala Paradisi [opus Johannis Climaci: translatio ex graeco

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6. REPERTORI DI RIFERIMENTO (REF.)

Il campo REF comprende soltanto i repertori alfa-numerici, ossia i repertori nei quali le opere sono contrassegnate da una lettera o da un numero (a questo proposito si veda l'allegato [REFalfanumerici]).

Tutti i repertori non alfa-numerici sono esclusi dal presente campo, ma rientrano nella successiva sezione individuata dalla sigla

STU.5. MANOSCRITTI (MSS.)

Vengono segnalati solo nel caso in cui l’opera sia inedita o edita solo parzialmente. Nel caso in cui l’opera sia tràdita da un numero elevato di manoscritti, si segnala, con un asterisco, il/i repertorio/i, o anche lo studio, nel/i quale/i questi sono elencati in maniera più completa o più corretta.

Quando si citano manoscritti sui quali si possono reperire notizie nei cataloghi a stampa o online, non occorre indicare la fonte della notizia, ma sarà cura dell’estensore della scheda indicare datazione del codice e fogli nei quali è contenuta l’opera, così come ricavabile dai suddetti cataloghi. Per i manoscritti che non siano ancora stati catalogati occorre invece indicare la fonte dell’informazione, in quanto unico mezzo di cui si è a conoscenza del codice e che possa dare allo studioso ulteriori notizie sullo stesso.

Quando è possibile si indica la datazione del manoscritto tra parentesi quadra. Il secolo è dato in cifra romana maiuscola.

Se si indicano i fogli, essi devono essere introdotti dalla dicitura «ff.»

L'autografia viene segnalata tra parentesi quadra. Se sono segnalati i fogli, tale indicazione li segue; esempio: Melk, Stiftsbibliothek 412 [a. 875], ff. 39-42 [cum notis autographis]. Se essa si riferisce al codice in generale segue, sempre tra parentesi quadra, la segnatura; esempio: Paris, BNF, lat. 7865 [s. IX m.; autographus].

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7. EDIZIONI (ED.)

Nel caso che esistano più edizioni cinque-seicentesche di una determinata opera e non vi sia motivo per segnalarne una anziché altre, si cita l'editio princeps, segnalando però in nota, tra parentesi quadre, l'indicazione: de aliis editionibus vide... con il riferimento al repertorio, catalogo o studio di riferimento.

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8. STUDI (STU.)

Sotto la voce STU compaiono tutti i repertori non alfa-numerici (che dunque, come tali, non rientrano nella precedente sezione denominata REF) e tutti gli studi pubblicati in riviste, miscellanee e volumi monografici. Molte di queste voci, data l'alta frequenza di citazione, corrispondono a una sigla, reperibile nell'elenco presente nell'allegato [sigle]. Le indicazioni date in questa forma compendiosa, si trovano nella prima parte del campo, in ordine cronologico; di seguito, sempre in successione di tempo, vanno espressi gli altri riferimenti bibliografici, in forma estesa per la prima citazione ma, nel caso contrario, abbreviata, con il solo cognome dell'autore, la prima parte del titolo + cit. (in carattere non corsivo) e infine, dopo la virgola, il numero di pagine (sempre individuate da p. o pp.) o colonne (precedute da c. o cc.).

In nessun caso deve essere richiamato solo il cognome dell'autore seguito direttamente da cit.

Per la presente sezione il numero massimo di studi citabili per ogni singola opera è di 15.

Non è consentito il ricorso all’abbreviazione ‘ibid.’ Esempio:

Egon Boshof Erzbischof Agobard von Lyon. Leben und Werk Köln - Wien 1969, pp. 56-62

Boshof Erzbischof Agobard cit., pp. 87-98

Nel caso di repertori o manuali in più volumi, se ne specifica il numero in cifra romana maiuscola, seguito da punto e, senza spazio, dal numero delle pagine o delle colonne. Esempi:

Manitius I.342-5

Bernhard Bischoff Die südostdeutschen Schreibschulen und Bibliotheken in der Karolingerzeit, voll. 2, Wiesbaden 1960-1980, II.45-6

Per i volumi suddivisi in tomi, l'indicazione del tomo, in cifra araba, segue quella del volume e ne è separata, senza spazio, da lineetta obliqua. Esempio:

DTC I/2.675-6.

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9. INDICAZIONI POSTE TRA PARENTESI QUADRE

Vengono comprese tra parentesi quadre tutte le osservazioni scientifiche di genere più vario (anche le voci data e manoscritti). Tali indicazioni devono essere in lingua latina e non in forma abbreviata

Le note verranno utilizzate solo in casi eccezionali; tutte le note considerate non strettamente indispensabili alla scheda Calma dovranno essere eliminate. Esempi:

— Apologeticum:

ED: PL CV.459-64 [excerpta]; MGH, Epist. IV. 67-78 [epistola praefatoria]

— Commentarii in Genesim

ED: PL L.789-1004 [sub nomine Eucherii Lugdunensis]

 Commentarius in epistolas Pauli [Rm-Tit]

Homeliae [versio interpolata]

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